Fiat 500: la storia di un mito L’auto simbolo del progresso economico per milioni di italiani negli anni '50 La storia Gli eventi e le circostanze che hanno portato all' ideazione di questo modello sono molto meno conosciuti. Parrà strano, ma tutto ebbe inizio da un'idea di Benito Mussolini. Nel 1930, il Duce aveva convocato il senatore del fascismo Giovanni Agnelli per informarlo della "inderogabile necessità" di motorizzare gli Italiani con una vettura economica che non superasse il costo di 5.000 Lire. Un'idea di grande impatto propagandistico che, non appena eletto primo ministro, Hitler si affrettò a copiare convocando Ferdinand Porsche ed intimandogli di realizzare un'automobile dal costo non superiore ai 1.000 Marchi; quella che sarebbe divenuta famosa con il nome di "Maggiolino". La nascita della topolino Preoccupato per il difficile incarico, cui avrebbe volentieri rinunciato, Agnelli rimise la questione ai progettisti dell'ufficio tecnico della FIAT, i quali si divisero in due opposte correnti di pensiero. La prima riteneva possibile raggiungere lo scopo con tecnologie e schemi già utilizzati dalla FIAT, risparmiando all'osso su dotazioni e materiali. La seconda, valutando che l'azienda torinese non fosse in grado di fornire un prodotto adeguato in tempi brevi, proponeva di affidare il progetto a Oreste Lardone, un estroso tecnico dell'Itala che aveva già realizzato un prototipo di piccola vettura economica. All'inizio la scelta della direzione aziendale Fiat fu di procedere con entrambe le ipotesi di lavoro: viene ordinato all'ufficio tecnico di procedere alla progettazione del modello con standard aziendali e, contemporaneamente, si assume Oreste Lardone, al quale viene assegnato il difficile incarico affidandogli un piccolo gruppo di tecnici ed operai. A Lardone non pare vero di poter disporre delle potenzialità FIAT per attuare le proprie idee che, del resto, sono semplici e chiare: la nuova automobile dovrà disporre di quattro posti e sarà mossa da un motore bicilindrico di 500 cc raffreddato ad aria e dotato di trazione anteriore. É l'estate del 1931 quando il prototipo della "500 - tutto avanti" è pronto per la sua prima uscita con a bordo il collaudatore, il progettista ed il senatore Agnelli, impaziente di verificare il prodotto e telegrafare la buona notizia a Mussolini. L'antesignana del "Cinquino" esce dal Lingotto per la prima prova su strada. Malauguratamente sembra che per un problema di perdita di carburante e conseguente principio di incendio, il primo test si sia rivelato fallimentare causando anche il licenziamento del progettista. La progettazione della piccola vettura proseguì senza eventi di rilievo fino al 1934, quando si risolse di affidarla a Dante Giacosa, un progettista interno all'azienda. Giacosa prende le redini del progetto e dopo qualche mese di febbrili disegni e calcoli ne esce una copia in dimensioni ridotte della "Balilla". Il 15 giugno 1936 viene messa in vendita la FIAT 500 A, poi soprannominata "Topolino". Una vetturetta modesta per tecnica e prestazioni, il cui prezzo era di 8.900 lire: venti volte lo stipendio medio di un operaio specializzato e ben oltre le preventivate 5.000 lire. Tuttavia, la "Topolino" riuscirà ad ottenere un discreto successo, anche grazie alla "fame" di automobili degli Italiani. Infatti, nell'Italia del 1936 circolano solamente 222.000 automezzi per oltre 42 milioni di abitanti. Circa un veicolo ogni 200 persone. Un rapporto dieci volte inferiore a quello della Francia e quaranta volte inferiore a quello degli Stati Uniti nello stesso anno. La produzione della "500-Topolino" continuò anche nel dopoguerra. Certo, se negli anni '30 il progetto "Topolino" era scarsamente innovativo, negli anni '50 era sicuramente superato. La diminuzione delle vendite ed il basso numero di vetture esportate, contribuì a far comprendere alla dirigenza aziendale la necessità di costruire una vettura più moderna ed economica. In realtà la Topolino sarà sostituita, nel'55, dalla 600, la macchina che davvero può dirsi abbia contribuito in maniera determinante alla motorizzazione di massa in Italia. In quegli anni la FIAT era governata da Vittorio Valletta, cui era affidato il compito di motorizzare la nuova Italia repubblicana. L'azienda era stata pesantemente colpita dai bombardamenti alleati. Nel 1945, alla morte del senatore Agnelli, il progettista Prof. Antonio Fessia aveva creduto di poter imprimere alla FIAT una svolta di nuova tecnologia, proponendo una vettura con schema "tutto avanti", ma non sorretto dalle decisioni dei vertici aziendali approda alla LANCIA dove, finalmente, può dare corpo alle sue idee e progettare quei capolavori di tecnica che portano il nome di "Flavia" e "Fulvia". Il "Professore", come veniva chiamato Antonio Fessia, creò un patrimonio sperimentale enorme che in pochi anni portò alla Lancia un primato tecnologico ed un prestigio internazionale che, nella storia dell'automobile moderna, solamente Alfa Romeo e Citroën sono riuscite a conquistare. Dopo la morte di Fessia (1967), la Lancia verrà ceduta alla FIAT insieme a quel capitale tecnologico che permetterà alla casa torinese di produrre modelli competitivi con la produzione Europea. La nuova 500 Nel 1950 Hans Peter Bauhof, un giovane impiegato della Deutsche-Fiat di Weinsberg, ispirato dalle microvetture prodotte in Germania dalla fine degli anni '40, progettò una specie di "Maggiolino" in miniatura, riducendo alla metà i volumi, il numero dei posti e persino i tempi del motore. Ne scaturì un progetto di piccola vettura a due posti con motore a due tempi che, all'inizio del 1953, venne inviato a Torino per la valutazione. Il disegno della carrozzeria viene accettato e inizia la progettazione del motore, a 4 tempi, raffreddato ad aria forzata. É il 4 Luglio 1957 quando la Nuova 500 viene presentata e subito messa in commercio, ottenendo un'accoglienza tiepida a causa del prezzo elevato (490.000 lire) e dei soli due posti. La FIAT corre ai ripari e meno di due anni dopo omologa la versione a quattro posti; la "Nuova 500" conosce un'impennata di vendite formidabile. Per accontentare le varie esigenze, utilizzando lo stesso progetto, motore e telaio, verrà prodotta una vettura simile anche da una altra azienda del gruppo, la Autobianchi con la Bianchina. Naturalmente non bisogna dimenticare le "speciali", ovvero le versioni costruite in piccola serie, destinate alla nascente categoria delle "automobiliste", oppure ad esaudire una richiesta elitaria e, fino ad allora, inimmaginabile: la seconda macchina. Anche le esigenze più concrete degli artigiani e dei commercianti vengono soddisfatte nel 1960 con il modello Giardiniera, subito replicato dall'Autobianchi con la Panoramica che, grazie al diverso incernieramento del motore, può disporre di un piano di carico e del portellone posteriore. I piccoli imprenditori possono finalmente abbandonare i loro veicoli a tre ruote e sostituirli con una vettura che gli consente di lavorare, ma anche di portare la famiglia in gita domenicale e di raggiungere le vicine campagne per fare provvista di derrate alimentari a buon prezzo. Vi è da considerare, poi, che l'essenzialità del prodotto richiedeva minime spese di manutenzione. Diceva Henry Ford che "in un'automobile, tutto quello che non c'è non si può rompere" e, da questo punto di vista, il "Cinquino" era un'auto quasi indistruttibile. Ottiene anche discreti risultati di vendita all'estero dove la FIAT vende la vettura a prezzi strabilianti. Allo stesso prezzo, in Germania si poteva acquistare una motocicletta, in Francia neppure quella. In ogni caso, la "Nuova 500" accompagnerà gli Italiani fino al 1975, anno in cui esce dai listini, sostituita da un nuovo modello: la Fiat 126. Caratteristiche tecniche La Topolino Prodotta dal 1936 al 1955 La Topolino viene costruita in tre serie distinte: la prima serie (poi denominata Tipo A) dal giugno 1936 al giugno 1948 la seconda serie, tipo B, dal giugno 1948 al febbraio 1949 la terza ed ultima serie, tipo C, dal marzo 1949 al gennaio 1955 Mentre la tipo A viene prodotta esclusivamente nella versione a 2 posti (con tetto chiuso oppure apribile) per le successive B e C vennero approntate anche le versioni "station wagon" (o giardiniera come si definivano all'epoca) Motore: 2 cilindri a 4 tempi, rapporto compressione 6,45 Cilindrata: 569 cc Potenza: 13CV La Nuova 500 Prodotta dal 1957 al 1960 Motore: 2 cilindri a 4 tempi, rapporto compressione 6,55 Clindrata: 479 cc Potenza: 13 CV 500D Prodotta dal 1960 al 1965 Motore: 2 cilindri a 4 tempi, rapporto di compressione 7,1 Clindrata: 499,5 cc Potenza: 17,5 CV 500F e 500L Prodotta dal 1965 al 1972 Motore: 2 cilindri a 4 tempi, rapporto di compressione 7,1 Clindrata: 499,5 cc Potenza: 18 CV 500R Prodotta dal 1972 al 1975 Motore: 2 cilindri a 4 tempi, rapporto di compressione 7,5 Clindrata: 594 cc Potenza: 18 CV Dati tecnici di produzione Anno Modello Dal Al Prodotte 1957 – 1960 Nuova 500 000.101 181.137 181.037 1960 – 1965 Nuova 500 D 182.001 822.520 640.518 1965 – 1968 Nuova 500 F 824.001 1.674.690 850.687 1968 – 1972 Nuova 500 - Nuova 500 L 1.674.691 6.120.574 1.564.241 1972 – 1975 Nuova 500 R 5.096.796 6.154.362 168.426 Totale prodotte dal 1957 al 1977 (circa) 3.612.954 Collegamenti esterni Sito italiano di appassionati (www.500clubitalia.it) Altro sito italiano dedicato alle 500 (nuova500.free.fr)